intervista con l'autore
– Allora, di Taranto, chi l’avrebbe mai detto; a distanza di poco più di quattro mesi ci si incontra nuovamente per parlare di una sua nuova fatica letteraria.
-Eh si, devo essere sincero, non solo non avrei mai pensato di poter scrivere un romanzo giallo, ma ancora meno avrei creduto a chi mi avesse predetto che ne avrei scritto un altro a distanza di così breve tempo dal primo.Evidentemente lei è uno scrittore e non lo sapeva !
-Evidentemente è proprio così, e non diciamo ai nostri lettori che è in gestazione il terzo…
-Non ci dica ! E cosa sarebbe, il secondo seguito de “le indagini del commissario Colasanti”?
-No, in realtà la terza fatica costituisce un’opera distopica, ambientata in un presente alternativo dove le cose non funzionano in realtà come dovrebbero…un mondo alla rovescia, ecco.
-Intende dire che ha deciso di cimentarsi anche nel romanzo fantascientifico ?
-Non esattamente, è un’opera ambientata in un mondo molto simile al nostro, semplicemente ribaltato nei valori cardine di ogni società umana;
-Ma passiamo al motivo principale del nostro secondo incontro, il seguito de “le indagini del commissario Colasanti”;anzitutto perchè questo titolo, quali sono le verità con cui dovrà confrontarsi?
-Sono quelle che dovrà necessariamente affrontare man mano che farà luce sui due omicidi; arriverà al punto in cui sarà costretto a scegliere tra la gloria che la risoluzione dei due casi porterebbe alla sua già formidabile carriera e le difficili conseguenze che seguono inevitabilmente una verità disvelata.
-Nell’epigrafe leggo : desines timere si desines sperare…
-sì, è una frase di Seneca che significa che se vuoi davvero smettere di temere devi smettere di sperare: sperare in qualcosa significa necessariamente temere di perderla…
-A chi è rivolto l’ammonimento del filosofo latino ? A Colasanti ?
-Un po’ a tutti i personaggi, è una sorta di monito verso chiunque speri di ottenere un risultato cui tiene particolarmente: il rovescio della medaglia è sempre in agguato, con risultati piuttosto…eclatanti per qualcuno di loro.
-Non ci anticipi altro. Nell’opera ha inserito due nuovi personaggi : Bianca Delle Monache e il professore Ponzo; ci parli di loro.
-Bianca Delle Monache è l’amica del cuore di Rosetta; di estrazione sociale molto elevata da parte di padre, condivide con la Bencivegna il velato ostracismo che quell’ambiente opera incessantemente nei loro confronto, ritenendole entrambe, dei corpi estranei. Non dimentichiamo che Rosetta ha un imbarazzante trascorso nella stampa comunista, ha sempre disprezzato l’ambiente nel quale adesso si trova a vivere ed è costretta a fare di necessità virtù, cercando persone che in qualche modo le assomigliano. Bianca paga il prezzo di avere una madre di estrazione sociale popolare e troverà in Rosetta una particolare empatia frutto del medesimo dolore provato da entrambe.
-Il professore…
-Ponzo è un luminare della psicologia italiana, è un perfezionista e non perde occasione per dimostrarlo, non lesina l’utilizzo di strumenti all’avanguardia della tecnica per svolgere al meglio il proprio lavoro; ovviamente, l’elitaria società notarile romana, difronte ad una problematica di carattere psicologico che si presenterà nei suoi ranghi, non esiterà a rivolgersi al migliore, per risolverla.
-E’ un personaggio di fantasia o è realmente esistito nel 1951?
-I miei romanzi sono tutti di fantasia; i riferimenti a fatti o personaggi effettivamente esistiti servono per inquadrare il tessuto narrativo in contesto che diventa storicamente verosimile e, nelle mie intenzioni, più accattivante.
-E’ un Mario Ponzo alternativo alla fine…
-Sì, come del resto lo stesso questore Polito, che è effettivamente esistito ma non corrisponde nella realtà alla descrizione che ne ho fatto io; le faccio un esempio concreto : Ponzo è stato davvero un luminare della psicologia italiana, ma non è stato richiamato alle armi per curare i soldati dell’ARMIR sul fronte russo nè tantomeno ha effettivamente fatto quanto altro indicato nel romanzo.
-Accennava pocanzi ad una problematica psicologica di cui si sarebbe occupato il luminare, di quale problematica si tratta?
-Leggetevi il romanzo.
-Va bene, messaggio ricevuto; parliamo d’altro. Ha inserito anche un ulteriore personaggio, un funzionario della celere che fa una breve sortita nell’excursus narrativo, qual è il suo ruolo ?
-Possiamo considerarlo come una sorta di passaggio di testimone ideale da “le verità del commissario Colasanti” al romanzo distopico di prossima pubblicazione;
-Un seme distopico che darà i suoi frutti nel prossimo romanzo;
-Sì, consideri che anche i due romanzi su Colasanti di per sé sono comunque distopici e non descrivono la realtà sociale e poliziesca della Roma del 1951;
-Che cosa intende dire ?
-Che se avessi voluto parlare della vera polizia e delle reali modalità con cui venivano realmente svolte le indagini o dei reali rapporti istituzionali avrei dovuto fare un saggio storico e non un romanzo di fantasia.